Tra le cose più tristi è essere come un vegetale, un'albero con le radici che ti immobilizzano a terra, le fronde all'aria aperta, ma impossibilitate a muoversi se non aspettando un pò di vento o pioggia o grandine che le agiti che le mobiliti che le faccia muovere un pò. La testa verso il cielo senza riuscire a essere liberi.
È sempre triste ridursi a contenitore di noi stessi, senza apprezzare il gusto del nostro corpo, il gusto del nostro benessere, del nostro movimento, della nostra energia.
venerdì 9 marzo 2012
Il respiro del mio cervello
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